Vite in transito è un’associazione multietnica e multiculturale, nata dall’intreccio tra migrazione e narrazione, che promuove l’incontro tra le differenze. 

Nel 2007 un gruppo informale composto da Francesca Castellani (socioantropologa), Maria Annunziata Tentoni (psicoerapeuta) e Fulvia Gemmani (diplomata in metodologie autobiografiche alla Libera Università dell’autobiografia di Anghiari) organizza un laboratorio di scrittura autobiografica rivolto a donne migranti. Le partecipanti sono solo cinque, ognuna proveniente da un paese diverso. I testi vengono presentati in pubblico tramite delle letture ad alta voce: a volte sono le partecipanti a leggere, altre volte la restituzione dei testi prende la forma del reading teatrale, con un’attrice e un musicista. Il 20 settembre 2008 il laboratorio viene presentato al convegno Verso di sé: laboratorio di scrittura autobiografica, a cura del progetto “Vite in Transito”. Gli atti del convegno vengono pubblicati nel 2009. Tra le partecipanti e le conduttrici si crea un legame che non si esaurisce col laboratorio, si sviluppa una “relazione generativa”, sostenuta da un desiderio di comunità. Il laboratorio viene riproposto negli anni successivi e il gruppo diventa più numeroso. Tra il 2010 e il 2011 viene lanciato il progetto di realizzazione di un archivio di storie migranti: le partecipanti ai laboratori degli anni precedenti diventano a loro volta raccoglitrici di storie. La raccolta è stata autopubblicata nel 2012 col titolo Esercizi di approssimazione – Storie migranti. 

Dalla testimonianza di una delle fondatrici, Nara Ohanyan: “Quando nel 2007 ho saputo che per le donne immigrate si organizzava un corso di autobiografia mi sono incuriosita. Poi ho pensato; capirai chi si interesserà delle nostre vite e delle nostre memorie. Appena iniziato il corso sono stata trascinata dall’interesse e dalle insegnanti che ci hanno coinvolto subito nella scrittura libera e basata sulla memoria degli eventi passati, e ci spiegavano le tecniche della scrittura. Io che non credevo in me pensavo: “Ma che scrittrice sono?”. Invece, grazie alla pazienza, all’amore delle nostre insegnanti verso la materia e la spiegazione su come cominciare a scrivere e come comporre il testo della memoria, io ho tirato fuori le cose che sembrava avessi dimenticato. Dopo il corso in un incontro in cui venivano letti i nostri testi, ho capito che con un po’ di impegno e con l’aiuto delle insegnanti sono riuscita a scrivere dei testi che piacevano alle persone e che i fatti della mia vita che sono  stati vissuti lontano da qui, sono stati compresi e capiti. E così mi sono sentita più vicina ai cittadini di Rimini.”

Nel 2012 il gruppo si struttura come Associazione culturale, con lo scopo di “contribuire all’integrazione/inclusione delle e dei migranti che risiedono nel nostro territorio; si intende promuovere il benessere personale e sociale, l’incontro e la convivenza di culture diverse nel rispetto dei principi e valori  fondanti la Costituzione italiana e che sono presenti  nelle diverse tradizioni”. Le socie fondatrici sono di 11 nazionalità diverse, nel corso degli anni si assoceranno anche degli uomini. Al laboratorio di scrittura, vero tratto distintivo dell’associazione si affiancano anche altre iniziative; attività di tipo conviviale quali aperitivi con letture, cucina e musica dal mondo; attività formative quali il Formaperitivo sulla comunicazione e il Lavoratorio per parlare dei diritti delle lavoratrici; attività culturali tra le quali i laboratori sulle favole, i corsi di conoscenza dell’arte riminese, la rassegna annuale di incontri sulla spiritualità Pneuma, i laboratori teatrali e di pittura, la mostra Semi erranti e alcuni incontri di dialogo interreligioso. Ogni persona porta il suo contributo e i suoi saperi, la relazione non è di aiuto ma di conoscenza, scambio, arricchimento reciproco. Nel 2018 nasce il progetto Indovina chi viene a cena.